Andrea Angelucci svela attraverso le sue foto gli aspetti più intimi della città di San Francesco
Luci e colori di Assisi
Raccontare Assisi per immagini. Si può, senza scendere nell'ordinario, con quella forza di penetrazione, intellettuale e sentimentale, propria degli artisti. E su questo non conta l'età, Andrea Angelucci ha soltanto 34 anni, ma il modo di sentire e divedere le cose, ovvero quel filo d'unione, ideale soprattutto, tra il cuore ed il soggetto, "Amo la mia città - dice Andrea - più di ogni altra cosa, qui sono nato, ho vissuto le mie esperienze, ho scoperto la mia vocazione di fotografo. Con lei ho un rapporto di serenità e di rispetto, cosciente di vivere in uno dei luoghi più affascinanti della terra. Le luci e i colori dell'alba e del tramonto sono gli elementi più vivi, quelli che mi spingono ad una continua ricerca". Per questo la sua produzione, nel tempo resa esplicita da volumi, guide turistiche, immagini per visitatori raffinati e puntuali, è in continua crescita. Lo scorso anno Andrea ha voluto portare le immagini della sua città oltre oceano, esponendo alla Menache International Art Gallery di Col Juarez di Città del Messico. E qui, tra un intrattenimento e l'altro, ha avuto la percezione, sino ad allora soltanto immaginata, di quanto il mondo abbia a cura la culla del francescanesimo. "Ho capito che la sete di conoscenza di un'Assisi "diversa" rispetto agli stereotipi, è notevole. La gente vuol sapere cosa c'è dentro questa città, quali sono gli elementi che hanno vivacizzato la storia e le vicende umane e spirituali". Così, alcune settimane fa ha esposto una trentina di fotografie, in grande formato, in un'altra terra latina, la Spagna. Alla Sala Barna, nella Calle San Eusebio, di Barcellona, anche la critica ufficiale ha salutato positivamente gli sforzi nel proporre un'Assisi fuori dalle cartoline. L'appuntamento è stato evidenziato dalla stampa nazionale, ad iniziare da "Avui", "La Vanguardia", "El Periodico", sino a "El Pais", che scrive: "Il fotografo italiano Andrea Angelucci si è proposto come obiettivo quello di captare, con la sua macchina, lo spirito della sua città natale: Assisi, legata alla storia del cristianesimo e alla figura di San Francesco. Angelucci riesce a cogliere con l'obiettivo l'animo umano. Cerca di andare al di là del fotogramma per ritrarre non solo le pietre, ma anche l'intimità di Assisi, sconosciuta al turista. Angelucci e il suo fotografare si collegano tra la fantasia e la realtà, come la sua vita, e invitano a conoscere la città aprendo una porta al mondo dei sogni.Pietre, storia, arte, prati, nubi sono componenti di un'allegoria che si fa canto e memoria insieme".Adesso, dopo la parentesi spagnola, Angelucci intende continuare il suo viaggio nei maggiori porti della cultura e della società del nostro tempo. La sua opera è destinata a porre in risalto la grandezza dei piccoli fiori di campo e l'umiltà delle grandi architetture che da secoli guardano ai cieli della nostra terra.
Adriano Cioci